mercoledì 17 agosto 2016

Uno Snobel non si nega a nessuno

La pubblicazione dell'ultimo libro di Stiglitz sta creando un po' di scompiglio tra i #noeuro perché l'illustre economista americano ha preso in seria considerazione l'ipotesi di un "divorzio amichevole tra i paesi dell'€zona, ipotesi ribadita oggi con un articolo sul FT:

A split euro is the solution for Europe’s single currency

The problems with the structure of the eurozone may be insurmountable, writes Joseph Stiglitz

It is important that there can be a smooth transition out of the euro, with an amicable divorce, possibly moving to a “flexible-euro” system, with say a strong Northern Euro and softer southern euro. Of course, none of this will be easy. The hardest problem will be dealing with the legacy of debt. The easiest way of doing that is to redenominate all euro debts as “southern euro” debts.

La reazione del fronte #Noeuro non si è fatta attendere:


Vladimiro Giacché

Pronta anche la reazione del diretto interessato, noto per la sua proverbiale riservatezza e modestia:


09:06 - 17 ago 2016


Insomma, questo è il senso, Bagnai accetta ben volentieri la nomination per il Nobel ma vorrebbe dividere il premio con gli altri firmatari del ben noto Manifesto di Solidarietà Europea, tutti economisti della sinistra di classe (?!), tra i quali spicca un certo @borghi_claudio

Ci sono però alcune questioncelle:

1 - anzitutto non è vero che "Bagnai ha detto queste cose 5 anni fa" : Bagnai firma il Manifesto pochi mesi dopo aver pubblicato il Tramonto (novembre 2012) e quindi comincia a sostenere la segmentazione controllata dell'€zona solo nel 2013, cioè non 5 anni fa ma 3 anni fa, poco dopo aver pubblicato un  libro che caldeggiava uno scenario completamente diverso (l'uscita unilaterale dell'Italia dall'€)

2 - si è già detto in un post di qualche mese fa che una parte rilevante dell'originalità di Bagnai consiste nell'aver scritto 2 libri e poi ammettere implicitamente, dopo pochi mesi, che quanto proposto nei 2 libri non poteva funzionare:




Questo per dire che Bagnai è a dir poco ondivago: nel 2012 riteneva che l'uscita unilaterale dell'Italia dall'€zona fosse l'unica strada percorribile per uscire dalla crisi, nel 2013 Bagnai riteneva preferibile la strada della segmentazione controllata, nel 2014 riteneva percorribile la strada della dissoluzione concordata, nel 2015 riteneva che "due anni di ritardi e di ulteriore disinformazione hanno reso la proposta [del Manifesto] totalmente inefficace non solo sotto il profilo operativo, ma anche, temo, sotto quello politico" pertanto chi vuole giocare alla politica, oggi, deve mettere in campo anche l'ipotesi di uscita unilaterale  (cfr. post del 23 luglio 2015). E adesso? Adesso siamo nel 2016, Bagnai potrebbe ritornare a perorare la vecchia causa della segmentazione controllata sfruttando la notorietà di Stiglitz?

No, quest'ultima ipotesi è un po' debole perché proprio pochi giorni fa Bagnai ha dedicato un post a Stiglitz (cfr. il post  Il partigiano Joe del 7 agosto) nel quale ha ribadito che "Quattro anni fa potevamo illuderci che forse una soluzione concordata potesse essere possibile. Oggi non lo è"  e poi bisogna considerare che Bagnai ha la mentalità di una prima donna, vuole distinguersi ad ogni costo, ed è quindi improbabile che si metta nella scia di Stiglitz, più probabilmente lo accuserà di essere un copione, ancora per un po' aspetterà passivamente il tramonto dell'euro ( a suo dire imminente ma lo dice da 5 anni) e la terza guerra mondiale e poi, se necessario, inventerà qualcosa per rimanere originale a qualunque costo.


4 - a proposito di copioni, l'ultima questioncella riguarda l'assegnazione del premio Nobel via Twitter: Bagnai dovrebbe quanto meno dividere il premio con Luigi Zingales il quale, ben prima di lui e di Stiglitz, ha proposto nel 2010 l'ipotesi di un € a 2 velocità, di una separazione pilotata e di un €  del Nord ed un € del Sud.


L'unica soluzione rimasta è riconoscere le differenze insanabili e spezzare consensualmente l'area euro. In economia il male maggiore è l'incertezza. La crisi greca ha seminato il dubbio che uno o più paesi possano uscire dall'euro. Difficilmente tale dubbio potrà essere fugato. Ma il mercato non ha idea di come tale uscita possa avvenire. Travolti dalla passione amorosa, i fondatori dell'euro si rifiutarono di considerare una via d'uscita. L'euro, si diceva, è irreversibile. Ma perfino la Chiesa, che non riconosce il divorzio, in situazioni estreme ha una procedura per la separazione. Perché l'euro no? 

Questa mancanza di regole sta gettando il panico nei mercati finanziari e paralizzando gli investimenti. Chi uscirà per primo? Come verranno trattati i contratti in euro di questo paese? Quali conseguenze avrà sugli altri paesi e sulle loro banche? Una separazione pilotata e rapida sarebbe il male minore. 

Creando due blocchi, ridurrebbe lo stigma su ogni singolo paese e consentirebbe al Sud di continuare a detenere una valuta liquida. La svalutazione dell'euro-sud rispetto all'euro-nord ridurrebbe il peso del debito pubblico e privato e permetterebbe un recupero di competitività che rilancerebbe l'economia. Eliminata l'incertezza gli investimenti riprenderebbero.

Facciamo così: il Nobel lo diamo a Zingales, a Bagnai diamo lo Snobel!




2 commenti:

  1. Resto convinto che per un economista, o sedicente tale come nella fattispecie, la cosa realmente più originale, data la percentuale con cui si avverano le previsioni di codesti professionisti della divinazione, sia dire una cosa che poi accade per davvero.

    Ci riuscirà prima o poi er ducetto de Pescara?
    Forse.
    Dopotutto la legge delle probabilità gioca a suo favore: a furia di spararne di tutti i colori, per poi il giorno dopo dire l'esatto contrario, potrebbe accadere che prima o poi persino lui riesca a beccarne una.

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  2. Ottimo articolo, complimenti!!

    Bastarebbe solo questo articolo per "debunkizzare" il personaggio Bagnai, della serie:

    "Much Ado About Nothing"

    =

    "Molto Rumore Per Nulla"

    Cordiali saluti.

    Fabrice

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